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Riflettendo sulla Musica


Vi ho mai detto che sono una musicista, ex pianista e cantante, e che ho composto musica? Forse, o forse no. In ogni caso, la musica fa parte della mia vita.

Ho iniziato a cantare all'età di 2 anni e poi a studiare pianoforte quando ne avevo 4. La mia passione per la musica era evidente fin dalla prima infanzia.


Beethoven è stato il primo compositore di cui mi sono innamorata e chi dice che il primo amore non si scorda mai probabilmente ha ragione. Non riesco a immaginare il mio mondo senza la sua musica.

In realtà, da bambina non riuscivo a immaginare un mondo senza musica e suoni, e ricordo ancora che quando pensavo a Beethoven e a come era diventato sordo, pregavo per non perdere l'udito, allenandomi ad "ascoltare" la musica con tutto il corpo, non solo con le orecchie, per sicurezza.

A quel tempo mi era difficile capire come si potesse scrivere musica meravigliosa pur essendo sordi.


Quindi non potevo perdermi il concerto intitolato "Beethoven Dreams" con la Santa Barbara Symphony, tutto incentrato su Beethoven.


Come al solito, il fantastico Maestro Nir Kabaretti, direttore artistico e musicale di questa meravigliosa orchestra, ha messo insieme un programma straordinario, aprendo con "The Eternal Stranger" di Ella Milch-Sheriff, ispirato a una lettera del 1821 in cui Beethoven descrive un sogno. Un'esperienza quasi immersiva, arricchita da suggestive proiezioni e dalla vibrante presenza degli attori, John P. Connolly e Nitya Vidyasagar, diretti da Jonathan Fox, seguita dal Concerto per pianoforte e orchestra n. 4 con la talentuosa pianista Inna Faliks.


"Beethoven Dreams" si è concluso con una brillante esecuzione della Sinfonia n. 4 e mi ha aperto un mondo di riflessioni sulla percezione.


Non solo per l'immenso valore della musica classica dal vivo.